TRIVIGNANO (VE) - PIAGGINE (SA)

PREMESSA


Dalla Terraferma Veneziana al Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano

Breve diario del nostro “piccolo giro d’Italia” in bicicletta

Cominciamo con il mettere in chiaro una cosa:  non si è trattato di una grande impresa; tuttavia per noi, poco più che ciclisti della domenica, è stata una bellissima esperienza, abbiamo cercato di coniugare l’aspetto sportivo con quello turistico (d’altra parte si trattava delle nostre ferie annuali) e non ci siamo fatti condizionare da tempi e risultati. E’ stata un’avventura che ci siamo gustati fino in fondo con tantissimi aneddoti ed esperienze umane che faranno per sempre parte del nostro bagaglio di vita e che vogliamo raccontarvi in questo breve “diario”.

Il racconto è suddiviso in tappe per ognuna  delle quali alleghiamo la scheda dell’itinerario che abbiamo seguito, le tracce le avevamo preventivamente caricate su di un piccolo GPS ed in linea di massima siamo rimasti fedeli a questa “traccia originaria”; solamente in alcuni casi abbiamo variato il percorso, o per evitare strade particolarmente trafficate e ciclicamente pericolose, oppure ampliandolo per visitare luoghi particolarmente significativi.  E’ ovvio che per congiungere Trivignano a Piaggine si sarebbero potuti scegliere decine di altri percorsi, noi abbiamo scelto questo, cercando di evitare i litorali, notoriamente noiosi e affollati, portandoci invece all’interno, sulle montagne, faticando un po’ di più, ma godendo di panorami e paesaggi incomparabili e incontrando nei vari paesini attraversati un sacco di gente interessante.

In generale le medie che riporteremo sono puramente indicative poiché, come già accennato, i nostri tempi sono stati fortemente influenzati da numerose variabili (umane, meccaniche, gastronomiche, turistiche); nel racconto troverete anche l’ora di partenza e di arrivo di ogni singola tappa, tanto per darvi un’idea di massima di com’erano strutturate le giornate.

Spieghiamo un po’ come eravamo organizzati;  tre ciclisti: Roberto (il Meticcio), Giorgio (il Giorgione), Giuseppe (Bepi), più un furgone nove posti (Opel Vivaro) con Lorella (autista) e Nevia (navigatore); il furgone non era strettamente legato all’andare dei ciclisti, ci si salutava al mattino e ci si ritrovava la sera, ognuno era libero di farsi i cavoli suoi. Tuttavia anche il furgone ha seguito in linea di massima il percorso ciclistico fermandosi a turisticheggiare nei luoghi più significativi; l’avere un appoggio nelle vicinanze dava molta più tranquillità ai giovanotti su due ruote e si è rivelato determinante, come vedremo più avanti, nel corso della quarta tappa, quando è successo il “fattaccio”.

Perché abbiamo scelto proprio il Cilento come meta? Spieghiamo subito l’arcano; come saprete il nostro amico Roberto è soprannominato “il Meticcio” perché di padre veneto e di madre sudista, manco a dirlo di Piaggine, dove mantiene, oltre ad una numerosa parentela, varie proprietà fra cui una graziosa casetta nella parte storica del paesello; così i cicloviaggiatori dopo la settimana itinerante si sono fatti un’altra settimana di ferie, stavolta a “scrocco”.

Per i pernottamenti abbiamo usufruito di B&B, prenotati in anticipo, cercando di evitare i luoghi più rinomati, ovviamente molto più costosi. Anche in questo caso siamo stati fortunati trovando buone sistemazioni e gente cordialissima.

In fase di programmazione temevamo di trovare condizioni climatiche sfavorevoli, cioè tanto caldo, vista la stagione; invece anche in questo caso la fortuna ci è stata propizia perché, mentre il nord veniva continuamente bersagliato da piogge e temperature pseudo invernali, noi abbiamo trovato tutte giornate discrete, non abbiamo preso una goccia d’acqua e le temperature, a parte i primi due giorni, sono state sempre su livelli accettabili.

Sono doverosi alcuni ringraziamenti, in primis agli amici del nostro sodalizio, la Polisportiva Arcobaleno, che ci hanno seguito con affetto e simpatia; in particolare a Icio per il “bollettino” mattutino e serale, Paolone per i messaggi assurdi, Batman per i messaggi incomprensibili, Oriano per aver accudito amorevolmente i bonsai di Lorella, i genitori ed i cugini di Roberto per il comodato gratuito della casa di Piaggine.

Una nota a parte meritano gli amici che ci hanno accolto in Cilento, una cosa fantastica, difficile trovare parole per ringraziarli; spesso per cercare di far capire agli altri questa magnifica accoglienza abbiamo parafrasato il titolo di un famoso film, “Benvenuti al Sud”, con un più realistico “Benvenuti nel Cilento”.

Bene, dopo questa lunga premessa, passiamo ai fatti concreti, buona lettura.

Roberto, Giorgio, Giuseppe

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